Mario Luzi: Su "La Parola di Dio"

Uscito il libro curato dall’Associazione, che raccoglie le note saggistiche “religiose” che Luzi scrisse in vario tempo per la collana “Metteliana”.

lunedì 31 gennaio 2011 la presentazione

Come parlare di Dio? È un interrogativo che non cessa di sussistere, con la sua sfida che indubbiamente sottende. Tanto più che Cristo è già Signore della Parola, è già testimoniato dai Vangeli ed è davvero arduo giustificare una parola nuova, modestamente umana, accanto ad una parola, che la tradizione ci connota come sacra. Dovrebbe essere invincibile il pudore che spinge al silenzio e nei casi, all’adorazione o all’indifferenza.

È noto l’imbarazzo ed anche lo sgomento di Mario Luzi (1914-2005), quando seppe della singolare commissione da parte di Giovanni Paolo II per un atto creativo sulla Via Crucis del 1999. «Non so se sono all’altezza», fu la sua prima reazione. Poi vinse l’obbedienza alla poesia non meno che all’alto invito e abbiamo avuto il felice risultato che sappiamo e che qui si ripropone.

Credo proprio che l’annodo tra l’assolutezza della “Parola di Dio” e la consapevole approssimazione di ogni altro detto, sia un po’ la chiave di questi scritti luziani: ciò è evidente nell’invenzione poetica delle fragili parole umane del Christus patiens, ma anche nelle note saggistiche che Luzi in vario tempo ha scritto sul Libro di Giobbe, il Vangelo di San Giovanni, le Lettere di San Paolo, l’Apocalisse, testi già apparsi in preziose edizioni e ora qui per la prima volta riuniti, in una silloge che costituisce il compendio del pensiero religioso del grande poeta.

leggi articolo del Corriere della Sera