L’intervento di Paolo A. Mettel all’Accademia degli Euteleti

[singlepic id=9 w=320 h=240 float=left]intervento di Paolo A. Mettel letto da Nino Petreni

Impossibilitato per un’improvvisa causa di salute ed assai dispiaciuto per la forzata rinuncia desidero ugualmente fare giungere un messaggio a tutti voi presenti certo comunque che i miei colleghi del Comitato Centro Luzi sapranno colmare anche questa mia imprevista assenza.

A voi tutti presenti il cordiale saluto anche dall’Associazione Mendrisio Mario Luzi Poesia del Mondo; un saluto particolare al presidente dell’Accademia degli Euteleti Saverio Mecca che con grande sensibilità onora il poeta Mario Luzi nel quinto Anniversario della sua scomparsa; come alcuni di voi avranno potuto constatare la nostra Associazione ha dato volentieri risalto alla vostra iniziativa inserendola immediatamente nel nostro sito. Noi siamo felici dall’averlo celebrato in Svizzera a Mendrisio proprio il 28 febbraio scorso durante una mattinata densa di emozioni e commozioni.

Forse il lutto e/o il dolore nel cuore è difficile da metabolizzare ma quello esteriore diventa una necessità dopo un certo periodo di tempo per potere riprendere la strada segnata ed indicata così a lungo dal Maestro Luzi. Pertanto domenica 28 abbiamo vissuto come una sorta di atto finale del lutto e del dolore esteriore per incamminarci tutti insieme nella nuova stagione di amore e di attenzione totale alla diffusione creativa della fondamentale opera che ci ha lasciato Mario Luzi.

Tutti a Mendrisio abbiamo capito che non dobbiamo lasciarlo dentro il chiostro dell’artistico complesso museale né dentro il Museo stesso dove si è svolta la commossa celebrazione. Ricorderete come Luzi diceva che oggi “c’è un difetto della parola e un eccesso di parole. E quando la parola rinuncia ad essere atto di ragione, di persuasione, di confronto, allora può diventare tutto: suono, urlo, invettiva”. Nel caos contemporaneo poche sono le parole giuste che fanno cultura.

Sono eventi come quello di questo pomeriggio che invitano alla riflessione e che allontanano da questo gorgo di parole in cui finisce la nostra realtà. Il 28 febbraio durante il suo intervento Adonis ha richiamato tutti affermando che “ la poesia di Luzi viene dai luoghi intimi e profondi dell’uomo, luoghi di meditazione ed esplorazione dove si fondono sogno e realtà, sensoriale ed immaginario, visibile e invisibile, poesia e scienza, religione e filosofia. L’occhio del volto qui è l’occhio del cuore, l’uno fa da guida all’altro, si completano nel superare l’oscuro, per accogliere ciò che illumina, dove valori e rapporti tornano alla loro natura prima, dove la parola diviene corpo… . Che cosa può fare allora la poesia? La mia risposta viene dalla poesia stessa e da te, Mario Luzi, amico in poesia, la mia risposta a Mendrisio tra coloro che ti hanno conosciuto e ti stanno celebrando è che la poesia non può spostare un sasso ma nonostante ciò, come la religione, riesce a dare un senso al mondo: che possa essere sempre una nascita-inizio”.

Vi lascio come avrei fatto di persona con le parole-testamento e ammonitrici per tutti noi di Mario Luzi:

Ringraziandovi per la pazienza di avermi ascoltato, dispiaciutissimo d’essere assente vi auguro buon proseguimento.

Paolo A. Mettel