La Regione Ticino “L’eredità di Lev Tolstoj”

‘Uomo vigoroso e anima irrequieta’, come scrisse di lui Nabokov. Nobile possidente e scrittore, genio diviso fra corpo e coscienza, etica ed estetica, ispirato e vinto dall’insuperabile tensione verso una moralità assoluta. A Lev Tolstoj l’associazione Mendrisio Mario Luzi dedica il primo di un ciclo di incontri con rappresentanti della cultura internazionale: ospite il pronipote Vladimir Il’ic Tolstoj, intervistato da Armando Torno.

di Sara Rossi

Grandi nomi e grandi temi propone l’Associazione Mendrisio Mario Luzi Poesia del Mondo. La rassegna inizia domani (martedì) alle 18.30, con l’ospite Vladimir Il’ic Tolstoj, nipote e discendente diretto del grande scrittore russo; si tratterà di una serie di incontri mensili con grandi protagonisti della cultura internazionale, nell’Aula Magna delle Scuole Canavée (via Canavée 8). L’argomento affrontato nella serata di apertura creerà un legame tra l’attualità e i valori morali, l’archivio e la memoria dell’autore di Guerra e pace e di Anna Karenina. L’erede del casato Tolstoj parlerà anche delle ricerche in corso tra le carte di famiglia, delle scoperte avvenute in questi anni e dei rapporti tra il suo avo e la Chiesa Ortodossa, che non ha ancora cancellato la scomunica con cui colpì lo scrittore. A moderare la conferenza sarà Armando Torno, editorialista del Corriere della Sera, appassionato conoscitore della Russia e autore di indagini e reportage molto approfonditi su diversi temi culturali di ieri e di oggi del Paese e primo giornalista italiano a intervistare Vladimir Il’ic. «Oggi questi tipi di incontri vanno fatti in Svizzera, perché in Italia ormai la cultura, concepita nel senso più alto del termine, presto non avrà più nemmeno quei pochi fondi che le sono dedicati adesso», commenta Torno. «Inoltre per Vladimir Tolstoj, vero erede culturale e portavoce nel mondo del bisnonno, la Svizzera è il vero luogo dove parlare di pace, meglio di qualsiasi altro Paese europeo». A spiegarci quali sono i principi tolstojani di pace sarà dunque il suo bisnipote domani sera.

Un animo tormentato

«Il conte Tolstoj era un uomo vigoroso con un’anima irrequieta, dilaniato per tutta la vita tra la sensualità del suo temperamento e l’ipersensibilità della sua coscienza», scrive di lui Vladimir Nabokov in una delle sue celebri Lezioni di Letteratura Russa. Lev Tolstoj (1828-1910) è conosciuto per aver scritto tra i romanzi più belli e emozionanti del mondo, ma anche per essere sempre stato un uomo tormentato. Nel giovane Tolstoj ebbe la meglio la sua anima libertina, poi nel 1862 si sposò e trovò temporaneamente pace in una vita familiare, in campagna nella regione del Volga, tra amministrazione dei suoi beni e stesura delle sue opere migliori. Fu allora, tra gli anni Sessanta e gli inizi dei Settanta che produsse l’immenso Guerra e pace (1869) e l’immortale Anna Karenina. Poi a partire dalla fine degli anni Settanta, quando aveva passato la quarantina, trionfò la coscienza: le aspirazioni etiche travolsero sia quelle estetiche sia quelle personali e lo portarono a sacrificare la felicità di sua moglie, la sua tranquilla vita familiare e la nobile carriera letteraria per quella che considerava una necessità morale: vivere secondo i principi cristiani, la vita semplice e dura dell’umanità in generale e non l’avventura colorata dell’arte individuale. A ottant’anni passati, lasciò la propria casa, diretto a un monastero dove non arrivò mai, e morì nella sala d’aspetto di una piccola stazione ferroviaria. Proprio quando aveva appena raggiunto l’apice della perfezione creativa scelse all’improvviso di smettere completamente di scrivere, se non saggi di etica. Ogni tanto cedette alla sua furia creatrice (fortuna nostra) e scrisse uno dei più importanti racconti brevi della letteratura russa, La morte di Ivan Il’ic.

La ricerca di una morale

«Uno dei pregi di Lev Tolstoj è di essere perfettamente sincronizzato con le migliaia di orologi di tutti i suoi lettori, sparsi nel mondo e nel tempo», scrive ancora Nabokov. I suoi personaggi ci sembra di averli conosciuti personalmente, e potremmo parlarne come se fossero persone reali. Per questo Tolstoj si presta facilmente a un’attualizzazione dei suoi principi. D’altronde, sul tema della pace, non ci sono solo i saggi etici della seconda parte della sua vita e il tentativo che Tolstoj mise in atto con tre rabbini di riscrivere un unico vangelo partendo dalle versioni ebraica, greca e aramaica dei testi sacri (da qui la scomunica non ancora sciolta della Chiesa Ortodossa). Anche alcuni protagonisti dei suoi romanzi sono profondamente morali. Anna Karenina e l’alter ego dell’autore, Kostantin Levin, sono integri e privi della facoltà di mentire o di trovare soddisfazione nel perbenismo e men che meno di condurre una doppia vita. Dopo i grandi romanzi, Tolstoj si occupò della pace in senso più politico, come prima aveva fatto in senso intimo.

L’eredità di Mario Luzi

L’Associazione che organizza questo incontro, primo di una serie di esperienze con i grandi personaggi della cultura europea, cinese e statunitense, è dedicata al grande poeta italiano Mario Luzi. L’associazione nasce per raccogliere e custodire l’intensità del suo messaggio poetico. La missione è di salvaguardare e continuare a promuovere il messaggio che Mario Luzi ha trasmesso personalmente mentre era in vita: la necessità del rispetto fra gli uomini, di un’integrità morale, di profondità spirituale dell’essere, ma anche la volontà di operare come ente di formazione e produzione. Altro scopo dell’Associazione è quello di donare poesia alla città di Mendrisio e al contempo porre Mendrisio all’attenzione internazionale come luogo della poesia, come città che dona poesia. Informazioni: www.marioluzimendrisio.com.