Corriere del Ticino “L’Airone continua a volare”

A Mendrisio è stato presentato il libro dedicato a Fausto Coppi che viene ricordato con gli articoli di grandi scrittori – Il Campionissimo rivive anche in una mostra

■ MENDRISIO
A 51 anni esatti dalla morte, Fausto Coppi non cessa di ammaliare i nostri animi. Anzi, il Campionissimo rievoca una serie di ricordi tra i più variegati, spesso legati all’epica del ciclismo, quando, per intenderci, si correva coi tubolari a tracolla e l’asfalto sulle strade era un lusso che raramente accompagnava i ciclisti durante quelle gare lunghissime. Ricordi che si mescolano alla turbinosa vita mondana di Fausto, nonché al suo côté misterioso, sino a creare una mescolanza di suggestioni indefinite che il grande Leopardi avrebbe definito poeticissime. Non ho scomodato Leopardi invano, poiché è proprio questa poesia che Giuseppe Castelnovi e Paolo Andrea Mettel cercano di far rivivere nel raffinato libro «Fausto Coppi. Il grande airone vola ancora», presentato ieri sera a Mendrisio e dove sport, poesia e letteratura si traducono in pagine bellissime e diverse dalla sterminata biografia sinora edita sul Campionissimo. Già, perché il lavoro d’archivio certosino di Castelnovi (ex penna de «La Gazzetta dello sport») ha riportato alla luce una preziosa raccolta di articoli su Coppi, redatti da grandi scrittori e giornalisti dell’epoca quali Dino Buzzati, Vasco Pratolini, Indro Montanelli, Gianni Brera, Alfonso Gatto, Enzo Biagi, Candido Cannavò e altri. Un’antologia di qualità letteraria fuori dal comune, accortamente pubblicata su carta filigranata e con caratteri retrò che ricordano le sinuose grafie cinquecentesche. Una bella cartella ricca di fotografie è inoltre allegata al libro che, seppur fuori commercio, è reperibile previa iscrizione all’Associazione Mendrisio Mario Luzi Poesia del Mondo. A questo lodevole sforzo cartaceo, fa da pendant la mostra altrettanto evocativa allestita a Casa Croci (di fronte al Municipio di Mendrisio), dove sono esposti numerosi cimeli dell’Airone (altro celebre appellativo di Coppi, coniato da Orio Vergani). Si possono dunque ammirare alcune delle mitiche biciclette Bianchi inforcate da Coppi e la Legnano con cui nel 1942 strappò il record dell’ora al francese Archambaud, coprendo la notevole distanza di 45,798 km. E poi trovate il suo caschetto e le sue scarpette in pelle, la maglia gialla del Tour de France vinto nel 1949 (in quell’anno straordinario, Coppi vinse anche il Giro d’Italia), una foltissima rassegna di copertine e di testate giornalistiche d’antan, in cui traspare ancora tutto il sapore di quegli eventi, come pure quella consapevolezza nel percepire chiaramente che un grandissimo stava attraversando il palcoscenico del ciclismo, della vita e della storia. La mostra è visitabile da martedì a venerdì dalle 14.00 alle 17.00 e il sabato dalle 14.00 alle 18.00, sino al 21 gennaio 2012.

LORIS TROTTI