Caro Mario, la tua poesia è vita

Maestri

Il ricordo dello scrittore scomparso cinque anni fa. «Non sposti un sasso, ma dai senso al mondo»

L’omaggio di Adonis all’amico fiorentino e una lirica inedita di Luzi

di Adonis

Ho incontrato Mario Luzi a Firenze circa dieci anni prima della sua morte. Ci avevano invitato insieme a una serata di poesia. Finita la lettura, che aveva avuto un discreto successo, ho visto raccogliersi attorno a Luzi un certo numero di donne di età diverse. S’erano trattenute con lui e ad alcune aveva firmato suoi libri. Era calmo, sereno e molto felice.

Mi piacque vedere un poeta circondato da donne che lo ammiravano e stimavano, anche se i suoi versi non parlavano in modo specifico di loro. Mi dissi, pensando al rapporto delle donne arabe con la poesia: allora, la donna, qui a Firenze, ama la poesia per la poesia, non come una cosa che la riguarda in modo specifico.

Da quell’incontro ho incominciato a leggere tutte le sue poesie che trovavo tradotte in francese. E oggi, ogni volta che lo leggo mi tornano alla mente le donne raccolte attorno a lui in quella serata. Al tempo stesso mi viene alla mente questo interrogativo: perché la poesia di Luzi è così influente su di loro? E questo porta a un’altra domanda: che cosa può fare la poesia? Specie quando i lettori di questo tempo hanno perso la facoltà di distinguere fra la buona e la cattiva poesia, anzi, gran parte di loro non ha più un alto e vitale interesse per la poesia.

La poesia di Luzi viene dai luoghi intimi e profondi dell’uomo, luoghi di meditazione ed esplorazione dove si fondono sogno e realtà, sensoriale e immaginario, visibile e invisibile, poesia e scienza, religione e filosofia. Così possiamo descrivere la sua poesia come un viaggio in questo spazio intimo, attraverso lo spazio esterno, che penetra e supera — lo spazio del caos socio-politico, degli eventi e della tecnica. L’occhio del volto qui è l’occhio del cuore, l’uno fa da guida all’altro, si completano nel superare l’oscuro, per accogliere ciò che illumina, dove valori e rapporti tornano alla loro natura prima, dove la parola diviene corpo, come se la poesia, nel linguaggio e nell’esistenza, fosse un altro utero accanto a quello naturale femminile, per la nascita e per rinnovare la vita. Così il poeta non si serve di parole già preconfezionate, le usa ricollocandole in un contesto inconsueto. Il femminile del linguaggio è il luogo di questa riallocazione.

Come la donna è il luogo della nascita, anche il linguaggio è luogo di nascita della poesia. Alla prima l’uomo deve la propria esistenza, alla seconda la propria identità. La particolarità della poesia è quella di nascere dall’utero del linguaggio-vita così come l’infanzia viene dall’utero della donna-femminilità.
I rapporti d’amore sicuramente non sono facili e nemmeno il rapporto del poeta col linguaggio. Quando sembra che la lingua fuoriesca dal poeta come un profluvio, questo fa sorgere qualche sospetto sulla poesia in sé e sulla sua qualità artistica.

La poesia è sempre contro: anzitutto contro il poeta, intendo contro la sua debolezza, sottomissione e arrendevolezza. Contro la macchina dello schiavismo nella società, che è una macchina infernale, contro la bassezza del mondo. Il rapporto col linguaggio, quindi, è un rapporto di respingimento, rifiuto, perdita, dolore e attesa.

Che cosa può fare, allora, la poesia?

La mia risposta viene dalla poesia stessa e da te, Mario Luzi, amico in poesia — la mia risposta a Mendrisio tra coloro che ti hanno conosciuto e ti stanno celebrando è che la poesia non può spostare un sasso ma nonostante ciò, come la religione, riesce a dare un senso al mondo: che possa essere sempre una nascita-inizio. (Traduzione dall’arabo di Fawzi Al Delmi).

Le celebrazioni

Quel tesoro nell’agenda di una banca

Mario Luzi morì a Firenze il 28 febbraio 2005, il 14 ottobre 2004 era stato nominato —dieci giorni prima di compiere i novant’anni—senatore a vita dal presidente Ciampi. L’omaggio al poeta comincia oggi a San Miniato, a partire dalle 10, nella Sala del Consiglio Comunale; domani verrà ricordato a Firenze, quindi al Museo d’Arte di Mendrisio nel Canton Ticino, dalle 10.30, dove è nata l’«Associazione Mendrisio Mario Luzi Poesia del Mondo» e dove interverrà il poeta Adonis (Ali Esber). Per gentile concessione di questa istituzione svizzera e del figlio Gianni Luzi pubblichiamo qui l’inedito ritrovato in una agenda del 2003, appartenuta al poeta, del Banco di Sicilia: era alle pagine “A” e “B” della rubrica telefonica in calce. Per il quinto anniversario della scomparsa vengono stampate due plaquette con versi di Luzi: una dall’editore Tallone di Alpignano (con l’inedito ricordato) e una dal Tipografo d’arte Joseph Weiss di Mendrisio.