Una rivista per Mario Luzi

di Marco Marchilink

Firenze, 5 ottobre 2017 ‑ Salutiamo con piacere l’esordio di una rivista di respiro internazionale dedicata alla figura e all’opera del grande Mario Luzi. Voluta da Paolo A. Mettel, dotata di un comitato scientifico qualificato e pubblicata per i prestigiosi tipi di Fabrizio Serra, entra nell’agone degli studi letterari “Luziana”.

Ponendo Luzi al centro dei propri interessi, “Luziana”, che avrà periodicità annuale, intende ampliare il suo raggio di azione rivolgendosi da un lato all’intero quadro culturale novecentesco di cui il poeta fiorentino è stato rappresentante di spicco, dall’altro all’attualità di esperienze poetiche contemporanee in cui la lezione di Luzi trova continuazione e naturale inveramento.

A questi obiettivi corrisponde l’articolazione della rivista, che prevede saggi critici, inediti d’archivio, testimonianze, recensioni e note bibliografiche, ma anche una sezione citazionalmente intitolata “Per il battesimo dei nostri frammenti”, destinata ad accogliere testi di poeti d’oggi: a partire da quelli ora proposti di Maurizio Cucchi, Eugenio De Signoribus, Silvio Ramat, Davide Rondoni e Cesare Viviani.

Il primo numero di “Luziana” sarà presentato questo pomeriggio al Gabinetto Vieusseux di Firenze nel corso di un incontro cui parteciperanno – introdotti da Gloria Manghetti, direttrice dell’Istituto, e coordinati da Paolo A. Mettel, presidente dell’Associazione Mendrisio Mario Luzi-Poesia nel mondo – Paola Baioni, Anna Dolfi, Nino Petreni, Daniele Piccini e Stefano Verdino.


L’alta, la cupa fiamma ricade su di te

L’alta, la cupa fiamma ricade su di te,
figura non ancora conosciuta,
ah di già tanto sospirata
dietro a quel velo d’anni e di stagioni
che un dio forse s’accinge a lacerare.

L’incolume delizia, la penosa ansietà
d’esistere ci brucia e incenerisce
ugualmente ambedue. Ma quando tace
la musica fra i nostri visi ignoti
si leva un vento carico d’offerte.

Pari a due stelle opache nella lenta vigilia
cui un pianeta ravviva intimamente
il luminoso spirito notturno
ora noi ci leviamo acuminati,
febbrili d’un futuro senza fine.

Così spira ed aleggia nell’anima veemente
un desiderio più prossimo a sgomento,
una speranza simile a paura,
ma lo sguardo si tende, entra nel sangue
più fertile il respiro della terra.

Assunto nella gelida misura delle statue,
tutto ciò che appariva ormai perfetto
si scioglie e si rianima, la luce
vibra, tremano i rivi fruttuosi
e ronzano augurali città.

L’immagine fedele non serba più colore
e io mi levo, mi libro e mi tormento
a far di me un Mario irraggiungibile
da me stesso, nell’essere incessante
un fuoco che il suo ardore rigenera.

Mario Luzi

(da Quaderno gotico, 1947)