Straordinario pianista, grande uomo

Sezione MusicaComitato | Quella sera a Tokyo fu smontato il piano | Straordinario pianista, grande uomo | Universo e tappe di un mito | Concerto 2013 | Concerto 2014


di Alberto Cima

dal “Corriere del Ticino” di lunedì 14 giugno 2010

A 15 anni dalla morte ricordata a Mendrisio la figura di Arturo Benedetti Michelangeli

Sabato pomeriggio, nella suggestiva Chiesa di San Giovanni Battista a Mendrisio, grazie all’Associazione Mendrisio Mario Luzi Poesia dei Mondo, è stato commemorato il grande pianista Arturo Benedetti Michelangeli nel quindicesimo anniversario della scomparsa, avventa il 12 giugno 1995.

Presenti, oltre al vicesindaco nonché Capo Dicastero Museo e Cultura della Città di Mendrislo Rolando Peternier, Armando Torno(editorialista del Corriere della Sera), Angelo Fabbrini (accordatore dei pianista), Roberto Corrent (redattore musicale Rete Due) e Paolo Andrea Mettel, presidente dell’-Associazione Mendrisio Mario Luzi- che, con aneddoti e ricordi personali, hanno fatto “rivivere” quel magnifico “personaggio” ancora oggi indimenticato, che è stato Arturo Benedetti Michelangeli.

Nelle commemorazioni è emerso il carattere schivo e semplice dello straordinario artista, che era anche un suo modo severo di vivere.

Ha lasciato manoscritti, documento che pochi conoscono, sul primo foglio di un libretto di preghiere, alcuni pensieri che costituiscono, in un certo senso, una sorta di testamento spirituale e artistico, da cui traspare la sua semplicità e umanità: “Zurigo, 6 ottobre 1986. Ultime mie volontà: non dovrà esserci funerale pubblico, desidero che la mia salma sia benedetta da un religioso, essere sepolto in una cassa semplice, nella nuda terra con una sola croce, senza lapidi, a Pura. Grazie. Arturo Benedetti Michelangeli”.

“Sommo dei sommi”. Così è stato definito Arturo Benedetti Michelangeli, considerato uno dei più grandi pianisti del XX secolo.

È stato un onore per tutti i relatori ricordare Arturo Benedetti Michelangeli, una figura così luminosa, il “sommo dei sommi” come da alcuni è stato definito. Nelle sue parole e nei suoi comportamenti è racchiusa tutta la sua dedizione alla musica, da lui considerata la più elevata di tutte le arti. Un ruolo primario ebbe pure l’insegnamento musicale al quale si dedicò con immensa passione.

Nelle sue interpretazioni di Chopin ha sempre cercato di “scoprire” il compositore e mettere in luce ogni aspetto interiore, anche il più recondito, non tralasciando nulla: la disperazione, il romanticismo (mai fine a se stesso), i pianti, le delusioni, i sorrisi, le tristezze. Benedetti Michelangeli ha saputo creare, tout-court l’espressione, i sentimenti e gli stati d’animo del musicista polacco. Benedetti Michelangeli soleva dire: “La perfezione è una parola che ancora non comprendo. La perfezione è un limite, un circolo chiuso. L’evoluzione è qualcos’altro. Ma la cosa più importante è il rispetto per l’autore”. Figure d’artista e d’uomo come quella di Arturo Benedetti Michelangeli sono destinate a durare nel tempo. Offriva, nelle sue esecuzioni, serietà e profondità non disgiunte da una certa eccentricità, che non sovrastava mai tuttavia l’elemento interiore di ogni singola interpretazione.

L’interessante incontro commemorativo si è concluso con un piccolo concerto d’organo che ha visto alla consolle il valido maestro Ermanno Codegoni, responsabile Santa Maria delle Grazie a Milano. Ha eseguito pagine di Frescobaldi, Zipoli, Buxtehude.