La Pietà di Venturino Venturi sale a Mendrisio nel nome di Luzi

La scultura conservata vicino ad Arezzo esce per la prima volta dall’Italia: nella chiesa svizzera che la ospita, il 10 aprile per la Settimana Santa, viene letto un testo del poeta.

La «Pietà» di Micciano, opera di Venturino Venturi (1918-2002), particolare.

La «Pietà» di Micciano, opera di Venturino Venturi (1918-2002), particolare.

di Marco Gasperetti (Corriere della Sera

Leggi PDF A Mendrisio, il «magnifico borgo» dell’estremo sud del Canton Ticino, sarà una Pasqua diversa. E non solo per questa primavera dolce e atipica e per la consueta rappresentazione della Via Crucis, una delle più belle al mondo. Nella cittadina svizzera è arrivata una scultura straordinaria che il 10 aprile sarà protagonista di una Passione nella quale religione, arte e poesia diventeranno cosa unica.

È partita, la «grande statua», da una pieve di un borgo in provincia di Arezzo, ha quindi raggiunto Milano mostrandosi davanti all’altare di Santa Maria delle Grazie, per poi guadagnarsi gloria e ammirazione oltreconfine, nella chiesa dei Santi Cosma e Damiano a Mendrisio.

Lo scultore toscano Venturino Venturi (1918-2002).

Lo scultore toscano Venturino Venturi (1918-2002).

Da quasi un anno la Pietà di Micciano, una delle opere più sublimi di Venturino Venturi, segue il suo itinerario della bellezza. È un evento, non solo perché per la prima volta il capolavoro di Venturino esce dalla Toscana e, grazie alla sua valenza artistica, rappresenta (ed emana) il drammatico eppure salvifico rapporto tra madre (Maria) e figlio (Gesù) ma per quelle invisibili connessioni che questa pietra ha con la storia, la scultura, la religiosità e la poesia.

«Venturino ci lavorò per quasi tutta la vita — racconta Lucia Fiaschi, curatrice e direttrice dell’archivio e del museo dedicato a Venturi di Loro Ciuffenna (Arezzo) — ed è la sua opera scultorea più rappresentativa». Che nasconde una simbologia. «Perché quella straordinaria capacità di unire il corpo del figlio alla madre e trasformarlo in una sola creatura umana e divina — spiega Fiaschi — è da una parte la rappresentazione più alta della maternità e dall’altra la raffigurazione di una resurrezione eterna».

Il poeta Mario Luzi (1915-2005).

Il poeta Mario Luzi (1914-2005).

A Mendrisio la grande statua, due tonnellate di marmo bianco di Carrara, è arrivata il 14 gennaio grazie all’Associazione Mendrisio Mario Luzi Poesia del Mondo in collaborazione con l’Archivio e Museo Venturi. Ad accoglierla c’era anche Mario Botta, che proprio in quella chiesa realizzò, come primo incarico della sua lunga carriera di architetto, i nuovi arredi secondo le regole stabilite dal Concilio Vaticano II. Botta aveva appena terminato gli studi all’Accademia delle Belle Arti di Milano e qui, come ha raccontato, si era appassionato alle opere di Venturi. «Venturino — ha detto Botta — è un punto fermo dell’arte moderna. E dunque l’evento della Pietà per me ha quasi rappresentato un lungo percorso che magicamente si era snodato dal mio primo incarico dopo l’Accademia e la conoscenza di Venturino. Che mi convoca per parlare di lui e della sua arte».

La «Pietà» nella chiesa dei Santi Cosma e Damiano.

La «Pietà» nella chiesa dei Santi Cosma e Damiano.

Arte che, grazie alla Pietà, resterà a Mendrisio per tutti i festeggiamenti di Pasqua che, nella città elvetica, hanno rappresentazioni altissime conosciute e apprezzate in tutt’Europa. Ma il viaggio continuerà (si parla di un ritorno a Milano) e con esso anche un secondo aspetto di quest’evento artistico: quello della poesia di Mario Luzi.

«Luzi ebbe un rapporto intensissimo con Venturino — spiega Paolo Mettel, presidente dell’Associazione a lui dedicata — e fu proprio la Pietà a ispirarlo quando Giovanni Paolo II chiese al poeta di scegliere alcuni testi del Vangelo per la Via Crucis del 1999 e di scrivere un commento originale per ogni stazione». E lui guardando e pensando alla statua dell’amico trovò parole illuminanti. «La Via Crucis di Luzi è un sublime dialogo con il padre — continua Mettel — dove il contrasto tra divino e umano dà vita a un dialogo angelico perfetto ma non scevro del dubbio terrestre di essere privato di una vita ancora da spendere».

Lunedì 10 di aprile (ore 20.30) nella chiesa dei Santi Cosma e Damiano, a Mendrisio, Mario Luzi tornerà protagonista. Davanti alla scultura di Venturino, l’attore Pino Tufillaro, leggerà tutto il testo della Via Crucis scritto da Luzi nel 1999, mentre una rappresentazione multimediale mostrerà tutte le immagini di Venturino sul tema della Passione di Cristo, compresi i sette disegni originali che hanno dato all’artista l’ispirazione per realizzare la scultura.